Elogio delle frontiere
Non è una provocazione, è una constatazione; è, insieme, un ragionamento e un ritorno al futuro, quello che Régis Debray presenta nel suo Elogio delle frontiere.
Il filosofo e giornalista francese denuncia lo scacco che l’illusione di un mondo senza frontiere porta con sé: un mondo globalizzato, ma non unificato, in cui si tendono a cancellare le diversità e, persino al di là delle intenzioni, si propone il pensiero unico. Il tema delle frontiere sta tornando di grandissima attualità, alla luce delle rivolte dei popoli arabi, delle difficoltà economiche, dell’incerta identità europea. Di frontiere si parla e si parlerà molto, della loro assenza e del loro più volte ipotizzato ritorno. Questo libro sarà un ottimo punto di partenza
Il senzafrontierismo, come lo chiama Debray, è una sorta di colonialismo sublimato. La frontiera è fondamentale per riconoscere l’altro e considerarne la pari dignità. Favorisce la ricerca dell’equilibrio attraverso il negoziato e la mediazione. Impone l’incontro. Dunque, la frontiera come luogo di scambio e di mediazione: luogo di con-divisione. Si parte da qui per ritrovare il valore di un luogo capace, contemporaneamente, di dividere e di unire.
Leggi un estrattoUna frontiera riconosciuta è il miglior vaccino possibile contro l’epidemia dei muri