Contro i confini
Gli argomenti esposti in questo libro elegante e potente sono del tutto ragionevoli e pragmatici e tuttavia assolutamente rivoluzionari, e propongono una politica abolizionista e un orizzonte di liberazione. MICHAEL HARDT
I confini danneggiano tutti. Separano i lavoratori e le famiglie, alimentano la divisione razziale e rafforzano le disparità, incoraggiano lo sviluppo di tecnologie di sorveglianza e di controllo che hanno un impatto sia sui migranti sia sui cittadini.
Bradley e de Noronha ci ricordano che i confini non sono solo quelli fisici che separano le nazioni, ma sono ovunque e li incontriamo ogni giorno: ci seguono e si mettono tra noi e gli altri per danneggiare sicurezza, libertà e prosperità collettive.
Questo libro è un appassionato manifesto per la loro abolizione, e una riflessione sul valore dell’abolizionismo come pratica speculativa e culturale, oltre che uno sguardo utopico su un futuro di libertà e uguaglianza.
Leggi un estrattoGli Stati-nazione dotati di frontiere sono formazioni politiche relativamente recenti, emerse da una lunga storia di imperi, colonialismo e schiavitù. Quando prendiamo atto che il colonialismo si mangia il presente, le divisioni tra territori e popolazioni smettono di apparirci giuste e naturali e diventa chiaro che le frontiere non sono più eticamente difendibili.