Il tramonto birmano
La mia vita da principessa shan
Dal racconto degli eventi militari che distrussero la sua vita emerge la determinazione e il coraggio di una donna nei confronti di un regime militare spietato, e la verità dietro il rovesciamento di uno dei leader locali più popolari della Birmania. - Publishers Weekly
È la biografia di una donna, ma racconta la storia della Birmania e il presente del Myanmar meglio di tanti report delle organizzazioni internazionali F. Moscatelli - La Stampa
Una trama fortissima, che inizia come una fiaba ma che si scontra con la durezza della storia Michela Murgia
All’interno illustrazioni originali di Elisa Talentino
Al principio del gennaio 1954, il piroscafo Warwickshire risaliva il fiume alla volta di Rangoon. «Chissà cosa succede» disse Inge al marito, sorpresa dallo spettacolo. «Sulla nave deve esserci qualche personalità». Imbarazzato, Sao rispose: «Ho una cosa da dirti, cara, quella gente è venuta qui per noi, io sono un principe»
Inge Sargent scrive un’autobiografia che celebra la forza dell’amore e l’impegno politico.
L’ultima principessa dello Stato shan di Hsipaw accompagna il lettore in Birmania con i suoi occhi di giovane austriaca cresciuta durante il nazismo e profondamente innamorata di un giovane straniero, l’ingegnere minerario Sao Kya Seng.
Si erano incontrati negli Stati Uniti, dove entrambi studiavano e dove si sposeranno. È all’approdo del piroscafo a Rangoon con un popolo in festa che Inge scopre che Sao Kya Seng è un principe regnante.
Inge è impreparata a tutto ma è curiosa, coraggiosa, forte d’animo. Come Aung San Suu Kyi, è una donna che attraversa più mondi e costruisce un ponte tra la nostra cultura e l’Asia.
A Hsipaw, alla prova di un mondo ancora feudale, i due giovani si rivelano per quello che sono: innovatori radicali, sostenuti dalla forza degli ideali e di un grande sentimento.
Per attuare la rivoluzione sociale necessaria a passare da feudalesimo a democrazia si dedicheranno totalmente al miglioramento della vita del loro popolo. Finché il sogno di cambiamento non viene interrotto dal colpo di stato militare del 1962 che porterà la Birmania a chiudersi al resto del mondo per cinquant’anni. Quel giorno il principe scompare e insieme tutta la loro vita, il loro progetto sociale.
In Aung San Suu Kyi e Inge Sargent si specchiano due mondi, Occidente e Oriente, avvicinati dalla loro imprevedibile e inesauribile passione.
Michela Mantovan e Paolo Salom, Corriere della Sera