Coach Wooden and me
50 anni di amicizia dentro e fuori dal campo
All’età di 18 anni Lew Alcindor da New York City approda a Los Angeles, a UCLA alla corte di John Wooden. Tra i due nasce un rapporto di amicizia e fiducia tra i più duraturi della storia dello sport, raccontato da due foto scattate nello stesso luogo a 41 anni di distanza.
Nella prima un allenatore bianco, cinquantaseienne, indica a un diciannovenne nero di due metri e venti come si sta in campo. Nella seconda, lo stesso uomo bianco, quasi centenario, si appoggia a quel ragazzo nero, ormai uno degli sportivi più famosi del mondo, per uscire dal campo tra gli applausi.
Dopo la morte di Wooden nel 2010, Kareem Abdul-Jabbar ha iniziato a pensare e scrivere questo libro, pubblicato a maggio 2017 in America e subito diventato un best seller, in cui racconta i particolari di un rapporto sportivo, umano e culturale che ha segnato la sua vita.
Ricco di aneddoti, di ricordi e di momenti di vita e di basket, il libro ripercorre le tappe di una carriera eccezionale, fatta anche di momenti difficili e di battaglie come quella contro il razzismo e la discriminazione. Uomo di solidi principi, capace di comprendere e di stare vicino ai suoi atleti, coach Wooden attraverso il basket insegnava ai ragazzi a studiare e capire il mondo anche fuori dal campo.
«Sono impressionato dai tuoi voti, Lew» disse coach Wooden al nostro primo incontro, mentre mi sedevo davanti a lui e alla sua scrivania piena di appunti.
Voti? Ho pensato. Sei l’allenatore di una delle migliori squadre di basket del Paese e parli di voti? E le mie statistiche impressionanti?
Come se avesse capito cosa stavo pensando, mi guardò negli occhi per tranquillizzarmi e disse: «Per la maggior parte degli studenti, il basket è qualcosa che passa. La conoscenza invece ti accompagna per sempre.»
Coach Wooden and me è la biografia di un grande allenatore e l’omaggio a un uomo, al basket e alla vita. Un libro per chi ama lo sport e per chi crede nel valore dell’amicizia.
Leggi un estratto Il primo compito di un vero allenatore non dovrebbe essere quello di formare giocatori migliori, ma persone migliori.