Indonesia, 17.000 isole di immaginazione
– di Ilaria Benini – intervista a John McGlynn
Profumo di chiodi di garofano, distese di caffè, sacrifici rituali, record di tweet e uno degli agglomerati urbani più popolosi del mondo sono alcuni degli elementi evocativi che costruiscono l’immaginario dell’Indonesia, improbabile contraddittoria e affascinante nazione che è patria per 238 milioni di persone.
Tra un paesaggio paradisiaco e una miniera di solfati hanno casa, come ovunque nel mondo, scrittori e poeti. Quest’anno le loro imprese letterarie vengono finalmente celebrate alla Buchmesse di Francoforte (dal 14 al 18 ottobre), la più rinomata fiera del libro del mondo, che vede appunto l’Indonesia come paese ospite d’onore per l’edizione 2015.
In questo anno add editore inaugura un nuovo progetto dedicato all’Asia e il primo libro che pubblica è Indonesia ecc. Viaggio nella nazione improbabile dell’autrice Elizabeth Pisani.
Per accompagnare il lettore italiano alla scoperta delle “isole dell’immaginazione” abbiamo scelto di tradurre un racconto di viaggio avventuroso, imprevedibile, ricco di scoperte.
John McGlynn è il responsabile del programma letterario per Indonesia – 17,000 Islands of Imagination, ma è da venticinque anni noto alla comunità locale e internazionale per il suo unico e incredibile sforzo di rendere la letteratura indonesiana accessibile al resto del mondo attraverso la Lontar Foundation.
L’ho intervistato per sapere cosa un lettore occidentale può scoprire nella letteratura indonesiana e perché ne sarà stupito.
“L’Indonesia è il quarto paese più grande del mondo, ma la conoscenza del paese – e la sua notevole ricchezza culturale e storia letteraria – sono poco diffuse all’estero. Quando in Indonesia accadono cose brutte o tristi la gente segue le notizie, ma non leggono oltre perché le traduzioni letterarie disponibili sono ancora molto poche. In un insieme di opere letterarie tradotte (come le decine di titoli pubblicati da Lontar) la maggior parte dei lettori stranieri troverà un mondo che è al tempo stesso familiare – gli uomini in tutto il mondo agiscono seguendo gli stessi impulsi, in fondo – ma anche del tutto diversi, per via delle forze storiche che hanno plasmato lo sviluppo del paese e la sua cultura.
Quello che penso sia uno degli aspetti più affascinanti della letteratura indonesiana è la sua “oralità”, che è testimonianza e riflesso delle numerose e vivaci letterature orali del paese. Spesso, quando si legge la letteratura indonesiana, soprattutto poesie e racconti brevi, è piacevole leggere il testo ad alta voce. L’indonesiano è una lingua talmente ritmica che pronunciando le parole scritte sulla pagina si scopre una bellezza che potrebbe non essere evidente durante una lettura silenziosa.”