Indonesia ecc.
Viaggio nella nazione improbabile
Se volete leggere un solo libro sull’Indonesia, fate in modo che sia questo. - The Economist
Un magistrale libro-reportage che dà più informazioni di una guida ed è più avvincente di un romanzo, baciato per di più dalla grazia di un delizioso sense of humour. Marco Restelli - Sette
Elizabeth Pisani è un’osservatrice eccezionale dell’irrisolta battaglia per definire l’Indonesia. Pankaj Mishra - New Yorker
Un’impresa spettacolare e uno dei migliori libri di viaggio che io abbia mai letto. Pisani è una forza della natura. Simon Winchester - The Wall Street Journal
13.466 isole, 360 gruppi etnici che parlano 719 lingue diverse, 5200 chilometri (e tre fusi orari) da ovest a est, una straordinaria varietà di tradizioni, cibi, religioni, musiche… L’Indonesia è un mosaico difficile da ricomporre, una “nazione improbabile” perché in apparenza lontanissima da un’idea di unità.
Spostandosi su autobus sgangherati, traghetti e taxi condivisi, Elizabeth Pisani ha compiuto un viaggio di oltre 20.000 chilometri, che le ha permesso di dipingere l’umanità ricchissima e varia del quarto gigante demografico del mondo.
Un Paese poco conosciuto anche perché relativamente giovane, nato dalle ceneri del predatorio colonialismo olandese. Un Paese oggi orgogliosamente democratico ma ancora alle prese con una corruzione pervasiva e un limitato rispetto dei diritti delle donne, della comunità queer e più in generale delle minoranze, dove convivono città ultramoderne come Jakarta e comunità in cui le tradizioni conservano un peso enorme. Un viaggio eccezionale, che si addentra nell’irrisolta battaglia per definire l’Indonesia.
Leggi un estrattoAvevo un’unica regola: dire sempre di sì. Dato che gli indonesiani sono uno tra i popoli più ospitali del pianeta, i sì sarebbero stati parecchi. Un tè con il sultano? «Fantastico!» Partecipare a una processione nuziale? «Volentieri!» Visitare una colonia di lebbrosi? «Sicuro!» Dormire sotto un albero con una famiglia di nomadi? «Perché no?» Cane per cena? «Oooh, certo.» Posso contare sulle dita di una mano il numero di volte che non sono stata trattata con gentilezza. E anche il numero di giorni in cui non ho conversato di corruzione, incompetenza, ingiustizia e dei colpi bassi del destino crudele.