Intima convinzione
Come sono diventato europeo
Un saggio intimo. Un atto di fede e di ragione. - Libération
L’Europa non esiste come stato di natura, ma deve esistere come frutto della nostra volontà. Né utopia né ideale romantico, ma convinzione realistica che deve farci pensare, per esempio, a una politica industriale europea, una Difesa europea.
Bernard Guetta affonda le radici di questa convinzione in una rigorosa analisi dei fatti e nel suo essere stato testimone diretto di rotture e ricomposizioni storiche.
«Ho scritto queste pagine in modo quasi febbrile, come chi grida “al fuoco” vedendo l’incendio all’orizzonte: la rinascita dei nazionalismi, la disaffezione verso l’Unione, il crescente rifiuto dell’idea stessa di unità delle nostre nazioni. Tuttavia, non avrei mai immaginato che si sarebbe propagato così in fretta. Quello che il dopoguerra pensava di aver seppellito per sempre – frontiere, identità etniche e religiose, paura dell’altro e ripiegamento su sé – torna e sta prendendo il sopravvento. Di elezione in elezione, sono sempre più numerosi coloro che si rifiutano di accettare che, da solo, nessuno dei nostri Paesi è in grado di raccogliere le sfide di un mondo nuovo e che, volgendo le spalle all’unità, corriamo incontro al declino.
So che con piccoli gesti si salvano non soltanto alcuni esseri umani, ma l’umanità tutta; che non esistono né popoli buoni né popoli cattivi: esistono soltanto persone perbene e persone che non lo sono. Se vogliamo scegliere il nostro destino, dobbiamo dotarci di un potere pubblico grande quanto il continente, di uno strumento comune di una volontà comune.»
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L’Europa di Guetta è una costruzione, una volontà, una convinzione.
Le Temps