La scrittura di Vitantonio attinge dalla fatica di un’esistenza provvisoria, dall’ironia che alleggerisce le situazioni drammatiche, da un equilibrio tra fragilità, coraggio e continui jet-lag. JESSICA CHIA - «LA LETTURA»
Dopo la Corea del Nord e il Myanmar, Carla Vitantonio, alla guida della sua automobile cinese, ci porta tra le strade dell’Avana, lungo i litorali e nelle zone rurali dell’isola del Caribe, raccontando un altro pezzo della sua vita eccezionale nei luoghi impossibili del globo che sceglie di far diventare la sua casa.
Pagina dopo pagina entriamo e usciamo dall’intimità dell’autrice, e la accompagniamo mentre nuota nella piscina diroccata del Copacabana colma di pesciolini tropicali, la scortiamo nelle camminate forsennate per vicoli, scale, terrazze e corsie di supermercati sprovviste di quelli che noi consideriamo beni di consumo di base (il burro!).
In questo vortice esperienziale ci ritroviamo a meditare con lei su temi quali razzismo, postcolonialismo, femminismo bianco, e siamo sempre con lei quando celebra passi fatidici della sua nuova vita, fino al momento dell’ennesimo addio.
Leggi un estrattoRaccontare Cuba è un’avventura impossibile, una battaglia chisciottiana contro le aspettative deluse, le invettive politiche, i sogni
infranti, i desideri di quelli che, per paura che il sogno finisse, hanno preferito non svegliarsi mai.