Correndo nell’aria sottile
Magia e saggezza dei corridori degli altipiani etiopi
Questo libro tocca il cuore e l’anima della corsa in Etiopia. Haile Gebrselassie
Pieno di meravigliose intuizioni e di cose da imparare da un mondo in cui la capacità di correre è qualcosa di magico e misterioso. Adharanand Finn
Per quindici mesi, Michael Crawley si è allenato in Etiopia correndo a fianco di atleti di tutti i livelli, da guardiani notturni speranzosi di cambiare le proprie vite a maratoneti di caratura mondiale, mosso da un’unica voglia: capire quale sia la forza, antica e potente, che la corsa alimenta in quella regione dell’Africa. Perché per i corridori etiopi ha senso alzarsi alle 4 del mattino e allenarsi a 3000 metri di altezza? Perché pur di farlo corrono su un terreno ripido, roccioso e infestato dalle iene? E qual è il modo migliore di correre in una foresta?
Correndo nell’aria sottile unisce sport e antropologia nel racconto di un mondo fatto di visioni, miti e leggende, fra allenamenti e sfide, destini e grandi imprese. Con la speranza di essere chiamati a una gara internazionale e di chiuderla con un tempo memorabile che permetta di entrare nel numero di “quelli che ce l’hanno fatta”.
Il resto è fatica, piacere, respiro.
È passione che muove le vite.
L’Etiopia è un luogo in cui mi è stato detto che l’energia è controllata da angeli e demoni, e gli sciamani possono aiutare un atleta ad acquisire il potere di un altro runner. È un luogo in cui un corridore nella foresta mi ha rivelato, con un’espressione assolutamente seria e mimando un tabellone immaginario, di aver sognato di correre i 10.000 metri in 25.32, quasi un minuto in meno del record mondiale. È un luogo di magia e follia, dove il sogno è sempre vivo.