Proprio come il suo libro (riflessivo, saggio e intelligente), Marzorati è il tipo di persona e di tennista con cui saresti felice di condividere una partita e, dopo, una birra. - New York Times
In parte storia di tennis, in parte memoir, in parte indagine sugli effetti dell’invecchiamento. Questo libro regala piacere a ogni pagina e si muove con l’energia di un Roger Federer nel suo periodo migliore. Darcy Frey
Per anni Gerald Marzorati ha lavorato a uno dei più importanti magazine americani, poi, quando è andato in pensione poco più che sessantenne, ha deciso di dedicarsi a quella che era stata la sua passione giovanile: il tennis.
Oggi, essere sessantenni vuol dire essere ancora giovani e anche lo sport a questa età viene vissuto con lo spirito agonistico e con la forza di volontà che muove i ventenni. ma i conti con il proprio corpo, e con l’energia che si può mettere in campo, bisogna comunque farli. Proprio quello che fa Marzorati.
Con un memoir ironico, ma quando serve cinico, animato da un indomito spirito competitivo, l’autore ci porta in un mondo di tornei, allenamenti, rivalità e grandi amicizie dove i giocatori non più giovanissimi trasformano lo sport in una vera ragione di vita. Se non c’è più lo scatto di un tempo e si arriva “tardi sulla palla”, ci si impegnerà a migliorare la tecnica fino allo sfinimento. Si proveranno mille volte una battuta, un rovescio, una volée in un continuo inseguimento della soddisfazione personale. Divertendosi, arrabbiandosi, emozionandosi, proprio come succede in queste pagine.
Ricco di aneddoti, episodi e personaggi sorprendenti come ex campioni ritirati, milionari che svernano in Florida, maniaci del gesto tecnico, Tardi sulla palla di Gerald Marzorati è un omaggio allo sport delle racchette. Ma anche all’età che avanza e a chi non perde la voglia di imparare e di migliorarsi.
Leggi un estrattoKirill mi disse una cosa dopo quella prima lezione: «Per colpire bene una palla, molte cose devono andare per il verso giusto. Ma non basta, perché poi la palla ti ritorna e devi rifare tutto daccapo». In quel momento avevo capito di aver trovato il mio istruttore: un filosofo russo.