Compatto e profondo, il libro di Schreiber intreccia riflessioni personali e analisi concettuali, esperienze intime ed esempi letterari, e mostra, in maniera spesso commovente, cosa vuol dire attraversare l'esperienza della solitudine. MICHELA MARZANO - Robinson, La Repubblica
Questo libro è una specie di apripista, utilissimo a chi vuole scalare una vetta nuova e provare, durante la discesa, variopinti piaceri. La scalata, altro non è che la nostra vita, unica, anzi, come cerca di dirci l'autore, molto interessante anche se siamo soli. ANTONIO PASCALE - Il Mattino
Intelligente e toccante. C’è una grande cautela nell’affrontare il tema, un tono amichevole verso sé stesso e gli altri. Una piccola opera d’arte. DIE ZEIT
Daniel Schreiber affronta le domande della sua vita, che sono anche quelle del nostro tempo. Soli è un libro che rimarrà. HANYA YANAGIHARA
Nella storia mai così tante persone hanno vissuto da sole, eppure la società continua a considerare la solitudine come la mancanza di qualcosa, se non addirittura come un fallimento personale. Ma che cosa significa essere soli? Questo saggio intenso, in bilico fra esperienza personale, filosofia e letteratura, esplora un sentimento che tutti conosciamo e che spesso ci spaventa.
Daniel Schreiber percorre la tensione che si muove tra il desiderio di ritiro e libertà e quello di vicinanza, amore e comunità, riflettendo sull’assenza, sui legami e sul ruolo dell’amicizia. Soli si chiede dunque se felicità e solitudine possono coesistere, ma la più importante delle domande diventa allora un’altra: in che modo vogliamo vivere?
«Non ho scelto intenzionalmente di vivere da solo. Al contrario, per molto tempo ho dato per scontato che avrei condiviso la vita con qualcuno e che con quel qualcuno sarei invecchiato... Ma a un certo punto tutto questo finì. Passai prima mesi, poi anni senza una relazione, mentre anche le avventure si facevano sempre più rare. Se per molto tempo non ero stato in grado di stare da solo, ora sembrava che la solitudine la cercassi.»