Cari uomini, per combattere la violenza dovete scegliere da che parte stare: l’intervista a Victoire Tuaillon
L’intervista a Victoire Tuaillon a cura di Nadia Ferrigo su La Stampa in occasione della sua partecipazione al Festival Internazionale.
«Se vogliamo che la violenza maschile finisca gli uomini devono affrontare se stessi e i loro coetanei. La maggior parte della loro energia emotiva, la loro attenzione, la loro ammirazione, è rivolta ad altri uomini. Gli uomini si adorano».
In Italia, il gruppo Facebook Mia Moglie ha fatto molto rumore, con i suoi 32.000 membri che si scambiavano foto rubate, spesso delle loro mogli e compagne, per poi commentarle insieme. La stessa cosa è successa con Phica.eu, che contava 700.000 membri ed è ora sotto inchiesta. Cosa c’è di veramente attraente ed eccitante nel condividere oscenità online? Accade lo stesso in Francia?
Assolutamente. Scopriamo regolarmente fichiers de la honte, file della vergogna, su Snapchat o Telegram. Sono gruppi che riuniscono migliaia, persino decine di migliaia di uomini, a volte molto giovani, che condividono migliaia di foto non consensuali rubate a donne che conoscono, a volte adolescenti. Nel 2019, ad esempio, è stato scoperto su Facebook un gruppo di 53mila membri che condividevano foto delle ‘loro’ donne, chiamandole ‘cagne’, ‘scale a pioli’, ‘LV’ per “lavatrici di peni” o ‘lavastoviglie’ o ‘buchi’. Nel mio podcast Les Couilles sur la table, spiego che questo tipo di pratica non è marginale, ma piuttosto l’estensione di una cultura misogina molto diffusa, fatta di odio e disprezzo per le donne.
Ma perché lo fanno?
La loro eccitazione sessuale si basa sulla dominazione e l’umiliazione delle donne; è anche un modo per dimostrare la propria virilità di fronte ad altri uomini. Pubblicare e commentare queste immagini diventa un modo per acquisire prestigio e rassicurarsi: si è uomini, veri uomini, perché ci si può permettere di maltrattare le donne, di oggettificarle. Il corpo delle donne è una moneta di scambio che permette agli uomini di esistere l’uno di fronte all’altro.
In un’intervista a La Stampa la scrittrice Francesca Cavallo l’ha interpretato come «il modo in cui la potenziale carica omosessuale della situazione, in cui più uomini si eccitano sessualmente insieme, viene disinnescata dalla figura femminile, che è un simbolo». Lei cosa ne pensa?
Sì, potremmo dire che è tipico del triangolo erotico dell’omosocialità: intrappolati tra il divieto dell’omosessualità da un lato e la misoginia dall’altro, gli uomini usano le donne per amarsi. Non che muoiano dalla voglia di dormire insieme: gli è stato insegnato fin dalla culla. Eppure, gli uomini si adorano: la maggior parte della loro energia emotiva, la loro attenzione, la loro ammirazione, è rivolta ad altri uomini. Dalle partite di calcio ai giornali, ai colleghi, ascoltano, guardano e ammirano solo gli uomini. Quindi, usando le loro relazioni con le donne, sublimano il loro desiderio di essere amati e ammirati da altri uomini.
In Italia sta emergendo un movimento maschile – festival, podcast, gruppi di autoconsapevolezza – che si concentra sul «comprendere e interrogarci come mai prima» sull’essere uomo. Sta accadendo anche in Francia?
Sì, ci sono sempre stati alleati maschi nei movimenti femministi che si uniscono e mettono in discussione la propria mascolinità e cercano di cambiarla. Dobbiamo anche distinguere tra diversi tipi di mascolinità: non tutti gli uomini occupano le stesse posizioni di potere. In Francia ci sono molte discussioni e gruppi sulla mascolinità. Dico solo che dobbiamo stare molto attenti, perché tendono rapidamente a scivolare in una denuncia da vittima del tipo ‘siamo vittime del femminismo…’ e a rivoltarsi contro le donne. Ma ogni uomo, a mio parere, dovrebbe farsi coraggio, mettere in discussione il proprio comportamento e scegliere da che parte stare: se vogliamo che la violenza maschile finisca, gli uomini devono affrontare se stessi e i loro coetanei.
Qui l’intervista completa.
Qui il libro: https://addeditore.it/catalogo/victoire-tuaillon-il-cuore-scoperto/