23 novembre 2025

L’horror ci aiuta a esplorare l’oscura verità dell’ esistenza: l’intervista a Xueting C. Ni

L’intervista a Xueting C. Ni a cura di Luca Castelli su Corriere della Sera Ed. Torino.

Cos’è Sinofagia?
Una raccolta di letteratura horror cinese contemporanea, con autori affermati e nuove voci.

Lei è nata in Cina ma vive a Londra. Sinofagia ci mostra che viviamo ormai in un mondo globalizzato, con paure globalizzate, o trasmette brividi specifici della cultura cinese?
Entrambe le cose. Da un lato, i racconti attingono a un senso di terrore universale: la paura dell’ignoto e dell’inquietante. Dall’altro, esplorano preoccupazioni della società cinese, sia legate a questioni sociali recenti sia a ombre più tradizionali.

Il problema dei tre corpi di Liu Cixin ha proiettato la fantascienza cinese nel mondo. Come mai non è successo lo stesso per l’horror?
Un tempo in Cina la fantascienza era considerata soprattutto letteratura educativa per bambini, con una piccola e devota base di fan tra insegnanti e studenti universitari. La popolarità globale di Il problema dei tre corpi l’ha aiutata anche in patria, facendo sì che i lettori ne riconoscessero il valore letterario. L’horror, come la fantascienza, va a ondate: la tradizione è antica, i primi racconti possono esser fatti risalire alla dinastia Tang (618-907 d.C.), ma ogni tanto ci sono esplosioni di panico morale che lo rispediscono nell’ombra.

È vero che in Cina non esiste nemmeno una parola univoca per definire il genere?
L’industria tende a usare “xuanyi”, eufemismo di “suspense”, mentre tra il pubblico c’è un atteggiamento ambiguo: molti associano l’horror alle varianti più violente e le storie tradizionali di fantasmi e dell’insolito vengono considerate altro. Io ho suggerito di usare “kongxuan”, combinazione di due termini esistenti che incoraggia un approccio più sfumato e diversificato.

L’ha sorpresa che Sinofagia sia stata tradotta in Italia?
No, perché l’annuncio del libro ha suscitato un grande interesse nel mondo, sia di case editrici che cinematografiche, e già la mia antologia precedente sulla fantascienza cinese, Sinopticon, era stata acquistata all’estero. Sono felicissima, perché credo esistano tante affinità tra cultura cinese e italiana: il profondo senso della storia, la diversità regionale, la passione della gente, l’amore per la famiglia, naturalmente il cibo. Non sono mai stata a Torino e non vedo l’ora di scoprirla.

In Occidente il pantheon delle divinità horror è consolidato, in gran parte figlio della letteratura del XIX e del cinema del XX secolo: Dracula, Frankenstein, zombi, licantropi, fantasmi. Quali sono i mostri cinesi d.o.c.?
Esiste un’intera gamma di bestie mitologiche, mostri del folklore e tanti spiriti, fantasmi, ghoul. I più noti sono gli “jianghsi”, spesso tradotti erroneamente come vampiri ma più simili agli zombi. Se ne trovano tanti nei film horror in lingua cinese. Molto rappresentativo è anche il “ligui”, o fantasma vendicativo, un’anima eterea, inquietante e feroce, costretta a infestare il mondo dei vivi finché non avrà risolto la sua morte ingiusta.

Qual è il senso dell’horror nel 2025?
Aiutarci a esplorare l’oscura verità dell’esistenza, umana e non.

Qui l’intervista completa.

Scopri il libro: https://addeditore.it/prodotto/a-cura-di-xueting-c-ni-sinofagia/

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