Vivremo su Marte un giorno?: l’intervista a Bae Myung-hoon
L’intervista a Bae Myung-hoon a cura di Serena Adesso su Mangialibri.
Ben arrivato in Italia. Questa è la tua seconda volta qui da noi. Sei felice di tornare? Com’è il tuo rapporto con i lettori italiani?
Sono molto felice di essere in Italia. Mi è molto piaciuto il vostro paese e sono stato accolto benissimo. Ho detto ai miei colleghi coreani, in questi anni, di quanto sia bello lavorare con una casa editrice italiana. È una esperienza così intensa che ho consigliato ai miei colleghi di accettare le proposte italiane. Non se ne pentiranno. I lettori italiani sono molto attenti e io spero che i miei libri continueranno ad essere pubblicati nel vostro paese.
Da qualche anno in Italia c’è molto interesse per la cultura coreana. Il K pop, il k drama, il cibo coreano sono ormai parte integrante della vita di molte ragazze e ragazzi italiani. Che ne pensi di questa espansione della cultura coreana ovunque nel mondo? Ti fa piacere?
L’ultima volta che sono stato in Italia mi sono accorto che quando, durante le interviste, facevo una battuta in coreano c’era gente che rideva prima della traduzione! Penso che i fan dei BTS e delle Black Pink siano tantissimi in tutto il mondo. Essere loro fan vuol dire interessarsi alla cultura coreana e alla lingua coreana: cominciare a studiare il coreano magari all’università. Grazie ai BTS e alle Black Pink, ai k drama, si sono aperte molte opportunità per una diffusione anche della nostra letteratura: questo mi rende felice e allo stesso tempo incredulo. Non avrei mai pensato fosse possibile! Certe volte gli amici stranieri di mia moglie mi fanno domande sulla nostra cultura e… loro la conoscono più di me! Questo però apre un problema importante per me. Abbiamo esportato moltissimo della nostra cultura: ma siamo certi di aver esportato la parte migliore?
Una curiosità: da scrittore hai una routine quotidiana? Quante ore dedichi alla scrittura?
Il mio modo di lavorare è particolare. Rimugino per una storia per mesi, anche anni, e poi di getto la scrivo. Non ho una vera e propria routine. Nei momenti in cui sto scrivendo sono completamente assorbito dal mio lavoro e passo ore e ore a scrivere. Mentre raccolgo le idee, potresti pensare che io non stia lavorando. Ogni frase che scrivo è per me importante allo stesso modo. I giorni di scrittura sono giorni intensi in cui non faccio altro che scrivere per tutto il giorno e sono sempre preoccupato di non farlo in maniera adeguata.
Nel tuo In orbita! (cercherò di evitare gli spoiler) si parla di climate change (anche se in un modo “futuristico”). Quanto questo problema è importante per te? E quanto se ne parla nel tuo paese?
La Corea è un paese dove l’inverno è sempre rigido. Noi tutti aspettiamo l’estate. Ma ogni estate è sempre più calda di quella precedente e ci sentiamo sfiniti e schiacciati dal gran caldo. Anche la fioritura delle piante non segue più la sua ciclicità naturale. E questo è un enorme problema. Mi spiace che stia accadendo tutto questo. La società coreana ha una sensibilità inferiore rispetto a quella europea per questo argomento. I coreani sono cresciuti con l’idea che tutti i problemi potessero essere risolti dagli Stati Uniti. Per questo motivo non sentono l’urgenza di problemi come il climate change, le guerre o i rifugiati. Da pochissimo tempo, le nuove generazioni e molti intellettuali sono diventati sensibili a questi temi. È per questo che io credo fortemente nel potere dell’arte e della cultura.
Nel romanzo, come nel tuo libro precedente La Torre è presente una certa “rigidità sociale” che i protagonisti devono rispettare. C’è sempre l’élite che governa. Nel tuo paese è una questione molto dibattuta? Se dovessi spiegare cosa è l’élite ad un occidentale come la descriveresti?
Ho descritto una gerarchia militare che è uguale in tutto il mondo. A differenza di quello che voi possiate pensare, in Corea del Sud non siamo interessati a ciò che accade in Corea del Nord. Ma, purtroppo, dobbiamo essere pronti a difenderci e a farlo anche in brevissimo tempo. Per questo motivo la leva è obbligatoria (anche i membri dei BTS stanno svolgendo il loro dovere). Io stesso sono stato arruolato nella nostra aviazione. In Corea del Sud l’aviazione è un corpo militare meno rigido dell’esercito o della marina. Ho modellato la Space Force coreana (che non esiste in realtà) del mio romanzo ispirandomi alla mia esperienza nell’aviazione. L’ho spiegato molto spesso ai miei editori in Europa che non hanno vissuto la mia stessa esperienza militare.
Vivremo su Marte un giorno?
Probabilmente si! Ho scritto In Orbita! mentre lavoravo come consulente per il Ministero degli Affari Esteri sul tema “La politica su Marte”. Sono laureato in Relazioni Internazionali. È una ricerca che esplora quali sarebbero le dinamiche politiche che potrebbero svilupparsi se riuscissimo a colonizzare Marte. Così ne ho tratto ispirazione per il mio romanzo. Sono certo che riusciremo a vivere su Marte. Non ne conosco le tempistiche (50, 100, 1000 anni) ma sono certo che ci vivremo. E spero che gli abitanti della Terra non esporteranno tutti i nostri errori. Sarà una nuova possibilità per avere una società migliore e per poter ricominciare.
Qui potete trovare l’intervista completa su Mangialibri.
Vai al libro: https://www.addeditore.it/catalogo/bae-myung-hoon-in-orbita/