Carolyn Hays | Lettera a Nat
[Questa lettera, inviata dall’autrice al suo agente americano, accompagnava l’invio del manoscritto di Una storia d’amore. Lettera a mia figlia transgender, scritto con lo pseudonimo Carolyn Hays.]
Caro Nat,
mi hai sempre conosciuta come una scrittrice coraggiosa. La scrittura è il modo in cui elaboro il caos del mondo, la sua brutalità, i suoi eccessi. Eppure, sapevi anche la verità: non potevo scrivere della cosa più importante della mia vita, la cosa che mi ha consumato e che mi ha riempito le giornate di bellezza, paura e amore. Non potevo scrivere di ciò che ha sconvolto l’esistenza della mia famiglia. Era troppo pericoloso, troppo intenso, e così ho fatto quello che fanno gli scrittori. Ho preso appunti; e sono passati gli anni.
Conosci mio figlio più piccolo da quando è nato e da quando abbiamo festeggiato la nascita di un bambino sano di circa quattro chili. Sai anche cosa è successo quando, appena ha iniziato parlare, ci ha detto che ci sbagliavamo su di lui perché lei era invece una ragazza. La nostra era una grande casa rumorosa con quattro bambini, ognuno con una propria personalità intelligente, divertente e fiera. Come famiglia, abbiamo deciso di cambiare pronomi, abbiamo usato per lei un soprannome e abbiamo lasciato il Sud perché non era il posto giusto per crescere quella nostra bambina.
No, non ti ho raccontato tutta la storia. Come avrei potuto? Mi aveva inghiottito e non c’era bisogno che tu la sapessi. Nessuno l’ha fatto. Quando abbiamo riconosciuto nostra figlia come una ragazza, un investigatore dei Servizi sociali ha bussato alla porta di casa. Ci siamo subito resi conto che, in questa città del Sud, con una lunga tradizione di giudici repubblicani, avremmo anche potuto perderla. Ricevere quella visita ci ha cambiato.
Però allora mi sbagliavo sul fatto che nessuno dovesse conoscere questa storia, perché una persona c’è che doveva sapere: lei, mia figlia, allora solo una bambina, ora una ragazzina di tredici anni. Una storia d’amore è la sua storia. Appartiene a lei.
In questo libro le racconto alcune verità brutali sull’essere trans, ma parlo anche delle belle verità, che sono tante, consegnandole un resoconto dei suoi primi anni in cui tutti noi eravamo impegnati a costruire nuovi immaginari. Come testimone e archivista di questa storia ho trovato verità universali sulla ricchezza del genere, la maternità, l’adolescenza, l’intricata e sorprendente architettura del cervello; sulla lunga storia delle persone trans; su botanica e migrazioni; sulla scienza del vedere e dell’essere visti; su Dio e sul femminismo; sul mondo che prendeva forma intorno a lei.
Questa è la storia dell’apertura di uno spazio nella sua adolescenza. È la storia del mio corpo di madre e di questa famiglia come un corpo più allargato che si è costruito intorno a lei per contenere quello spazio, in modo collettivo. Un giorno potrebbe scegliere di scrivere lei la sua storia o farne arte o trasformarla in un’armatura o un abito o qualcosa che non so immaginare. Creerà la sua grande mitologia come tutti noi dovremmo fare. Questo libro è il mio contributo a quello che vorrà fare.
Una volta che ho iniziato, la scrittura mi è sembrata urgente, soprattutto in questo periodo storico, in questi anni di violenta contrazione dei nostri cuori. Avevo bisogno di lasciare da parte tutto questo per lei, e anche il mondo ne aveva bisogno.
Non abbiamo abbastanza storie d’amore, il nostro unico antidoto per salvarci.
Ti voglio bene
Carolyn