Tre libri per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (ma anche per tutti gli altri giorni)
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Questa ricorrenza è stata istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani.
Una violazione inasprita dalle differenze di genere, con la quale devono fare i conti le donne di tutto il mondo.
Nella nostra ricerca come casa editrice abbiamo sempre cercato di fare luce sulle zone oscure della contemporaneità ed è sempre più evidente quanto la violenza possa avere manifestazioni molto differenti, ma ugualmente gravi: la violenza non è solo un atto fisico, ma anche psicologico, verbale, sociale o economico.
Per una giornata così importante, abbiamo selezionato per voi tre libri dal nostro catalogo.
Tre libri che andrebbero letti tutti i giorni, non solo oggi.
Una – Io sono Una
Un racconto personale che diventa una potente denuncia della violenza sessuale contro le donne.
La graphic novel Io sono Una, scritta e disegnata dall’artista inglese Una è un «urlo per conto di tutte le donne del mondo», una graphic novel che unisce il racconto autobiografico di una violenza subita in giovane età a un attacco frontale alla prevaricazione di genere (e di classe).
In quel periodo, gruppi di donne manifestavano la loro rabbia: erano stanche di sentirsi dire di stare attente quando uscivano la sera, o di rimanersene a casa, anche se non erano loro a commettere stupri e omicidi. Mi sarebbe piaciuto saperne qualcosa all’epoca… Ma sapete, non c’è niente di cui avere paura nel buio… che non esista anche alla luce del giorno.
Tradotto da Marta Barone.
Joni Seager – Atlante delle donne
Atlante delle donne è una bussola per orientarsi – con dati e mappe – nella realtà vissuta dalle donne nelle diverse parti del mondo: uno strumento necessario per affrontare i temi sempre più urgenti dell’uguaglianza di genere.
Come considerazione politica generale, si può affermare che le donne subiscono ovunque restrizioni sulla loro presenza nella vita sociale, su come vestirsi, sulla propria condotta pubblica e privata. Ma in molti Paesi, “tenere le donne al loro posto” è invece un vero e proprio impegno.
Tradotto da Florencia Di Stefano.
Gulbahar Haitiwaji – Sopravvissuta a un gulag cinese
La testimonianza di Gulbahar Hatiwaji ha puntato l’attenzione su una storia che l’Occidente ha ignorato per molto tempo: la questione del popolo uiguro e il sistema di detenzione nei “campi di rieducazione” cinesi. Oltre a interrogatori, torture e propaganda cinese, le donne dello Xinjiang detenute in questi campi hanno subito sterilizzazioni forzate e il motivo è sempre più chiaro: controllare la crescita della popolazione di origine uigura.
Quando le infermiere ci afferravano le braccia con le mani ghiacciate per “vaccinarci”, credevo che stessero tentando di avvelenarci. In realtà ci sterilizzavano. È stato allora che ho capito la tecnica dei campi, quanto fosse sofisticato il sistema utilizzato, non per ucciderci a sangue freddo, ma per farci sparire lentamente. Così lentamente che nessuno se ne rende conto.
Tradotto da Sara Prencipe.