Dante, il purgatorio, la scuola e il carcere
– di Susanna Tartaro – dal blog DAILYHAIKU
Stazione di rugiada –
Gli studenti delle medie
si radunano
(Ishida Hakyō 1913-1969)
Il kigo “rugiada”, che suggerisce l’immagine di freschezza mattutina e la brevità del momento, fa di questo haiku un “haiku-balsamo” ovvero uno di quelli dove potersi rifugiare in caso di riforme scolastiche e polemiche infinite.
Leggendolo, si cade dentro i tre versi e si va lontano lontano…
Mi porta a Torino, presso il Carcere Minorile Ferrante Aporti, dove ho conosciuto il maestro Mario Tagliani. Ci si mette un minuto per entrare in empatia con Tagliani, la sua è una storia di insegnamento lunga trent’anni con minori detenuti, non può essere diversamente.
Sorridendo, con il sorriso serio di chi conosce quello che dice, si definisce un maestro “dentro”, chiuso con i suoi ragazzi in carcere e con dentro di sé la consapevolezza di “essere” e non di “fare” l’insegnante.
Nel libro che ha scritto, e anche nell’intervista sui purgatori danteschi e sui suoi, – legati all’angoscia dell’attesa, alla sospensione dei diritti, alla colpa e al peccato propri di un carcere – esprime nettamente e senza tanti fronzoli questa sua scelta di vita “dentro”. E mi ha fatto riconsiderare l’uso della parola “missione”, come se fosse riuscito a mondarla dalla ridondanza che mi suggeriva prima di conoscere la sua esperienza. È come se Tagliani l’avesse lucidata riportando in luce il suo significato più alto, lucente. Più umano.
Nell’incontro che ho registrato per DANTE 7.5.0. gli ho chiesto di immaginarsi con i suoi ragazzi come in un selfie da conservare sul telefonino e di descrivercelo.
E il “maestro dentro” immagina una situazione di una semplicità struggente ma che non desidero anticiparvi.
Chiudo così il mio diario di viaggio del programma…
Podcast integrale della puntata di DANTE 7.5.0. del 6 giugno 2015
Tratto da il Blog di Susanna Tartaro – Sito Dante 7.5.0. – Radio3 RAI