Lanterne in volo

Desideri e paure di sei giovani cinesi

Traduzione: Piernicola D’Ortona e Margherita Emo
Illustrazione: Lucrezia Viperina
Argomenti: racconto di viaggio
In arrivo
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Pagine: 320
Formato: 14x21 cm
Data uscita: 14 Marzo 2025
ISBN: 9788867834969
Alec Ash ha aperto una finestra nel muro tra la Cina e l’Occidente. Xinran, autrice di Le figlie perdute della Cina
Per avere uno sguardo più vicino e più approfondito sulla Cina moderna rispetto a quanto offre la lettura di Lanterne in volo bisognerebbe imparare il mandarino, trasferirsi in Cina, sposare un cinese e vivere con i suoi genitori. E anche con tutto questo impegno non è detto che il vostro sguardo sarebbe acuto e appassionante quanto quello di Alec Ash. Forse leggere questo libro è l’opzione migliore. John Ross

Con il piglio di un narratore, Alec Ash costruisce un ampio reportage seguendo le orme di sei millennials cinesi nati tra il 1985 e il 1990. Non hanno conosciuto Mao, ma la politica del figlio unico ha plasmato le loro famiglie.

Li vediamo crescere mentre fanno i conti con una severa disciplina scolastica e una feroce competizione per il successo, in una Cina che si è aperta al capitalismo in modo tanto improvviso quanto violento. Dai sogni di fama del musicista Lucifer alle avventure virtuali di Snail, i cui progetti di studio vanno all’aria per colpa dei videogiochi, fino alle ambizioni della fashionista Mia, seguiamo storie che si sfiorano o corrono parallele, in una miriade di ambientazioni sociali e geografiche.

Ash ci accompagna nelle varie province cinesi: dalla gelida Harbin dove cresce Xiaoxiao all’isola tropicale di Hainan dove incontriamo Fred, la figlia di un dirigente del Partito comunista, fino al ventre tentacolare di Pechino che il giovane Dahai esplora lavorando in un cantiere.

Uno dei motivi per cui ho scritto questo libro è che avevo l’impressione che i giovani cinesi fossero ritratti quasi sempre con pochissime pennellate e molte esagerazioni. Volevo mostrarli nella loro eterogeneità, esposti a influenze complesse e portatori di una varietà di posizioni politiche, o anche liberi di non averne una. Soprattutto volevo mostrarli come una generazione di individui, con più speranze e fragilità in comune con noi di quanto potremmo immaginare.