Ananas
Viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente
Ananas è una delle migliori espressioni di quel giornalismo narrativo che riesce a condensare in poche pagine viaggi, volti, fatti storici, episodi bizzarri, incontri insperati e la vita privata dell'autore. Danilo Zagaria - La Lettura
Dopo averlo letto non si guarderà più un ananas con gli stessi occhi. Stefano Bartezzaghi
«Un giorno, la mia fidanzata è tornata a casa con un regalo: una pianta di ananas presa all’Ikea. Poco dopo mi ha lasciato e io sono rimasto solo, con quel piccolo frutto verde.»
Così Lex Boon decide di dedicarsi alla storia dell’ananas. Da dove cominciare? Da Colombo, che potrebbe averlo portato in Europa nel XV secolo, o dalla rivolta dei coltivatori in Thailandia del 2012?
Dal tempio-ananas sull’autostrada verso Phuket alla dimora scozzese a forma di ananas del XVIII secolo, dalle Hawaii dove è nata la pizza all’ananas alla spy story dell’extra dolce in Costa Rica, questo strano frutto, la cui buccia replica la sequenza di Fibonacci, compare – e si mangia – ovunque. Ma come può arrivare in tutti i supermercati a prezzi irrisori quando deve crescere per almeno un anno, essere raccolto sul campo, imballato, spedito e trasportato dall’altra parte del mondo?
Lei se n’è andata e nel vasetto di plastica cresce una strana piantina. Sul cartellino c’è scritto “ananas” – non qualcosa tipo annånåsen, come ci si potrebbe aspettare da un prodotto Ikea – e il nome scientifico Ananas comosus. Gli spagnoli lo battezzarono piña de Indes, “la pigna delle Indie”, e oggi mezzo mondo usa la parola piña o pineapple per quello che l’altra metà chiama ananas, seguendo la lingua della tribù brasiliana che secoli fa diede al frutto il nome nanas: frutto sorprendente.
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