add focus – Per capire cosa succede in Myanmar
Le proteste in Myanmar contro il colpo di Stato militare del 1 febbraio continuano, e con loro la repressione sempre più violenta da parte dell’esercito.Oggi sono state uccise 17 persone (almeno fino a ora): 8 a Myaing, 3 a Myeik, 1 a Mandalay, 2 a Yangon, 1 a Bago, 1 a Myingyan, 1 a Monywa.
Dal 1 febbraio si contano quasi cento morti, migliaia di feriti, almeno 2000 gli arresti.
Le vittime sono quasi tutte state ammazzate da proiettili alla testa, sparati quindi con il preciso obiettivo di uccidere. Sembrerà una banalità, ma nonostante l’Asia sia nota per la repressione violenta delle proteste politiche, si usano gli strumenti che conosciamo bene anche noi: lacrimogeni, cannoni ad acqua, al limite proiettili di gomma.
Cinque notizie per approfondire:
- Un proiettile di fabbricazione italiana dopo un raid delle forze di sicurezza a Yangon
- I principali media di informazione (non di propaganda) hanno visto revocata la loro licenza a operare
- L’immagine che ha fatto il giro del mondo. Intervista alla suora inginocchiata di fronte ai soldati per proteggere i giovani protestanti dietro di lei
-
Un evento sul Myanmar in italiano, oggi
Credits: twitter