Myanmar – Il giorno in cui la democrazia è morta
– di Francesca Mancini –
Il 2 marzo 1962, 54 anni fa, il colpo di stato militare di Ne Win ha cambiato per sempre le sorti del Myanmar, allora Burma (per noi italiani Birmania). Quel giorno sparì insieme a molti altri il principe regnante di Hsipaw (stato autonomo Shan), Sao Kya Seng. Innovatore, sognatore, aveva sposato Inge Sargent, giovane donna austriaca che si scoprì a sorpresa Mahadevi (principessa), al suo arrivo da sposina al porto di Rangoon.
Inge Sargent ha scritto nel 1994 la sua autobiografia, noi l’abbiamo trovata coinvolgente e ispiratrice. La Principessa di Hsipaw si innamorò di quel mondo: si immerse nel nuovo stile di vita, imparò avidamente la lingua, la cultura e la storia del popolo delle montagne shan.
I suoi sforzi per migliorare la formazione e l’assistenza sanitaria del Paese e l’impegno del marito per il benessere delle persone resero la coppia regnante una delle più popolari nel Sudest asiatico. Poi il violento colpo di stato militare del 1962 mandò in frantumi ogni sogno e la vita della Mahadevi cambiò irrevocabilmente. Il racconto degli anni che seguirono gli eventi militari mostrano la sua determinazione e il suo coraggio nei confronti di un regime militare spietato, e la verità dietro il rovesciamento di uno dei leader locali più popolari della Birmania.
Una storia da raccontare che presto tradurremo per i lettori italiani.
54 anni fa – il giorno in cui la democrazia è morta.
Riportiamo, dalla pagina Facebook di Thant Myint-U, due foto storiche dei primi giorni dopo il colpo di stato e l’asciutta cronaca dei primissimi eventi.
2 marzo 1962 l’inizio: due unità dell’esercito Birmano prendono il controllo del Segretariato, del compound del Windermere, della residenza in Halpin road, e di altri importanti siti governativi.
Il Presidente Mahn Win Maung, il primo ministro U Nu, tutti i membri di gabinetto e molti altri alti esponenti politici compresi i leader Shan sawbwas vengono arrestati nel corso della giornata. Sao Mye Mye, il figlio di 17 anni del primo presidente Sao Shwe Thaike viene ucciso prima dell’alba durante l’arresto di suo padre nella casa in Kokine road.
Alle 8:25 di mattina, viene posta fine al servizio televisivo birmano, il capo delle forze armate generale Ne Win annuncia che l’esercito ha preso il controllo del governo, “allo scopo di porre fine alla situazione estremamente grave che ha colpito l’Unione “. Quella stessa mattina presso il Ministero della Guerra insedia il nuovo “Consiglio Rivoluzionario” con se stesso come Presidente.
La Birmania era allora uno dei paesi più prosperi della Regione, con un reddito pro capite tre volte quello dell’Indonesia, due volte quello della Thailandia e quasi uguale a quello della Corea del Sud. Nei decenni a venire, il popolo birmano avrebbe ricevuto in cambio ben poco per avere rinunciato alla propria libertà.
A essere sinceri, quello è stato un tempo in cui gran parte dell’Asia era sotto dittature di un tipo o un altro. Milioni erano morti in Cina durante il Grande balzo in avanti, di più sarebbero morti durante la Rivoluzione culturale a venire; Vietnam e Laos erano in guerra; l’esercito indonesiano si sarebbe impadronito del potere in modo molto più violento tre anni più tardi; la Tailandia e la Corea del sud erano già sotto regime militare.
E il paese stava già soffrendo per molteplici ribellioni armate, cominciando con l’insurrezione comunista e le insurrezioni dei mujahideen e dei Karen nel 1948-9. Diverse potenze esterne alimentarono la guerra civile negli anni ‘50 e ‘60.
Autocrazia e conflitti armati non erano cose insolite negli anni ’60 in Asia, ma le politiche isolazionistiche del Consiglio Rivoluzionario erano uniche al di fuori del blocco comunista. Avrebbero eliminato ogni prospettiva per lo sviluppo economico. Ancora peggio, erano politiche che mutilarono un sistema educativo che non era secondo a nessuno in tutta la regione, le cui conseguenze sono abbondantemente con noi oggi.
Le fotografie mostrano unità dell’esercito in Shafraz road (Bank Street) due giorni dopo aver preso il controllo del New Law Courts (allora l’edificio ospitava la Camera delle Nazionalità, la camera alta del Parlamento).
Il Balthazar building (ex uffici di Siemens) è l’edificio di mattoni rossi sulla destra nella prima foto.
Mentre stiamo scrivendo questa pagina, i commenti al post di Thant Myint-U stanno crescendo tanto che il canale web Coconuts Yangon lo nota e così commenta:
Da allora sono stati commessi così tanti abusi che sarebbe troppo lungo elencarli in una lista…Molti vedono in Aung San Suu Kyi e nella vittoria della National League for Democracy’s in Novembre il primo passo reale verso il cambiamento da un governo autoritario … Tuttavia il passato è ancora con noi, e il post Facebook dello storico Thant Myint-U mostra perché.
Torniamo a Inge Sargent e a una citazione dalla sua autobiografia suggeritaci da Piernicola D’Ortona che assieme a Margherita Emo sta traducendo il libro:
Lettere del 2 marzo 1962 – Birmania.
… much to lose. On a page torn from his pocket calendar,
he wrote a message to his wife, dated March 2, 1962.
It read: “Liebling, I am in the army Lockup at Ba Htoo Myo.
I am still OK.”
Nel 2000 Inge Sargent, ha ricevuto il Premio Internazionale per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Copie pirata dell’autobiografia, pubblicata nel 1994 negli USA, circolavano in Birmania durante la dittatura militare.
Con add, Thant Myint-U ha pubblicato: Myanmar. Dove la Cina incontra l’India.