Pharmako/Poeia
Poteri delle piante, veleni e arti erboristiche
È davvero prezioso il contributo che opere come questa dànno alla congiunzione di tempo e spazio, d’aria e fuoco, il testo di Dale Pendell è inebriante e saggio, mistico. Mauro Garofalo - Il Sole 24 Ore
Pharmako/Poeia è parte della trilogia Pharmako, lo studio enciclopedico di Dale Pendell sulla storia e gli usi delle piante psicoattive e dei relativi sintetici, pubblicato per la prima volta tra il 1995 e il 2005. Questo volume è dedicato alle sostanze inebrianti, mortifere e sensuali, siano esse lecite (tabacco, vino, birra, aqua vitae), illecite (cannabis, oppio, eroina) o misteriose (assenzio, kava-kava, Salvia divinorum, protossido di azoto).
La serie di libri forma una suite interconnessa di opere illustrate, scritte con erudizione, e attraversate da uno spirito giocoso, che forniscono al lettore un’immersione culturale, spirituale e farmacologica nel mondo dei veleni.
Ogni sostanza è esplorata nel dettaglio, raccontandone storia, natura chimica, usi e preparazioni, significati culturali e corrispondenze esoteriche.
Pendell dispensa esperienze personali e descrizioni vivide sugli effetti provati, ricorrendo a un linguaggio e uno sguardo proprio solo dei poeti. L’intera miscela è cosparsa di citazioni di figure celebri, da María Sabina a Jean Cocteau, da Jean-Paul Sartre a Jaime de Angulo, da Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud a William Blake e W.B. Yeats, creando un infuso letterario inebriante quanto il suo oggetto.
La trilogia Pharmako è arrivata in Italia con la pubblicazione di Pharmako/Gnosis, il volume dedicato a piante psichedeliche e sciamaniche, e si concluderà con Pharmako/Dynamis, incentrato su stimolanti ed empatogeni.
PODCAST (eng) Laura Pendell su Dave Pendell
Leggi un estrattoLa ragione principale per cui questo libro merita di essere letto, consultato, annotato e tramandato – la ragione per cui questo libro, fino in fondo, è un libro femminista – è che non racconta le droghe come un cammino per ritrovare un sé originario e autentico, né come un semplice percorso per la sua distruzione. Sotto la luce narcotica della luna, le droghe diventano una celebrazione del sé come artefatto: una tecnologia politica e poetica per l’invenzione di nuove forme sovversive di soggettività.
Laura Tripaldi