Una scrittura psichedelica, corrosiva e irriverente, in precario equilibrio fra femminismo, sci-fi e punk. Paola Scrolavezza - Università di Bologna
Suzuki è una voce che arriva dal futuro, una donna di un altro mondo. Ha uno sguardo crudo sull'esistenza, che ha reso la sua vita più tormentata, ma la sua arte più pura. Questi racconti inquietano per quanto suonano familiari: colpiscono e scioccano come un cocktail ghiacciato lanciato in faccia. Tea Hačić-Vlahović, autrice di L’anima della festa
In un pianeta dove gli uomini sono confinati in una zona marginale, le donne godono dei frutti di un’utopia lesbo-matriarcale, finché la fuga di un ragazzo ribalta violentemente gli equilibri. In un’altra visione del futuro, il controllo delle nascite passa attraverso la criogenesi di cittadini estratti a caso, cui viene data la possibilità di vivere nei sogni di una persona prescelta. E ancora, elettrodi impiantati nel cervello di corpi apatici danno sollievo a giovani atrofizzati dalla tirannia della noia e delle dipendenze, mentre i membri dell’ultima famiglia sopravvissuta sul pianeta si esercitano a comportarsi come terrestri, cambiando all’occorrenza ruolo di genere. La scrittura caustica di Suzuki Izumi esplora il lato più oscuro e tormentato dell’essere umano, in sette racconti intrisi di un’alienazione decadente.
Primo volume di una trilogia che introduce in Italia un’opera di culto, Noia terminale è un caleidoscopio di immagini anticonformiste e provocatorie per una graffiante opera di fantascienza speculativa.
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