Noi due siamo uno
Storia di Andrea Soldi, morto per un Tso
Immergendosi in una lettura affatto convenzionale e ben documentata in merito alla malattia mentale, il lettore arriva a conoscere quel gigante dal volto buono che era Andrea. Carolina Colombi - Oubliette Magazine
Una bellissima testimonianza di come dietro un malato ci siano emozioni, affetti e vita. Adriana Riccomagno - La Stampa
Matteo Spicuglia ha compiuto la scelta coraggiosa di non fermarsi alla cronaca per scandagliare in profondità il vissuto di una persona fragile che, nonostante le sofferenze, non perdeva occasione per aggrapparsi alla vita. Giuseppe Scaffidi - Il Foglio
Il 5 agosto 2015 la città è caldissima, qualcuno è già in vacanza, altri cercano un po’ d’aria nei giardini del quartiere.
Anche Andrea Soldi è seduto su una panchina, ma quella è la “sua” panchina sempre, in ogni stagione. Lì si rifugia quando i pensieri lo assalgono, lì trova conforto e si sente a casa. Andrea soffre da anni di schizofrenia, la madre, il padre e la sorella sono il suo sostegno e piazza Umbria il posto del cuore.
Ha quarantacinque anni, non è violento, non è mai stato pericoloso, eppure, quel 5 agosto morirà a causa di un Trattamento sanitario obbligatorio eseguito da alcuni vigili urbani e dal personale medico. Il processo è arrivato ora alla fase d’appello, ma questa forse è la cosa meno importante della storia.
Dopo la morte, la famiglia Soldi ha trovato alcune pagine che erano il diario di Andrea in cui la trascrizione lucidissima della sofferenza illumina il percorso psicologico e i silenzi che per anni lo avevano avvolto.
Matteo Spicuglia è un giornalista che ha seguito il caso e che non ha voluto fermarsi alla cronaca: a partire da quel diario allarga lo sguardo dalla panchina su cui è morto Andrea alla realtà dei TSO, dalla sua esistenza difficile al mondo della malattia psichica, dalla famiglia torinese alle tante altre che si trovano a convivere con pregiudizi e inadeguatezza dei servizi medici e sociali nella gestione di patologie che soffrono ancora lo stigma sociale.
Nel diario Andrea aveva scritto di sperare che la sua fatica e il suo dolore non passassero invano; questo libro è il motivo per cui ciò non avverrà.
Leggi un estrattoSpero che tutto ciò un giorno sarà letto da qualcuno che si renda conto dell’importanza di ciò che ho scritto.
Dal diario di Andrea Soldi