Io di amore non so scrivere è un libro che parte da una domanda: che cos’è l’amore per gli adolescenti? Dopo aver fatto incontri in scuole, associazioni, gruppi e librerie Giulia Muscatelli traduce in racconti le parole che ragazzi e ragazze usano per raccontare l’amore, scoprendo che la narrazione che ne facciamo non sempre li rispecchia. Mettendosi in ascolto, l’autrice fa una sismografia di un sentimento anche a uso degli adulti.
Per cinque mesi sono andata in giro a chiedere a ragazzi e ragazze di raccontarmi come scrivono e parlano di amore e di sesso. Sono stata in scuole, associazioni, librerie, biblioteche, gruppi autogestiti, ho redatto form online, ho tormentato le piccole donne della mia famiglia, mi sono nascosta nei bagni di un liceo in cerca di una conversazione sussurrata, di segreti e confessioni, e ho finto di ascoltare la musica sul pullman per origliare i discorsi di adolescenti sudati in viaggio verso casa. Ho consolidato una convinzione che all’inizio di quest’avventura mi echeggiava nella testa come un’inquietudine latente: la più impreparata sull’amore sono sempre io.
Poco importa. Quello che conta è ciò che ha detto Matteo alla fine di un incontro: questo non è il mio libro, questo è il nostro libro.
Aveva ragione, e non avrei potuto fare altrimenti.
Perché io di amore non so scrivere.
«Cosa voglio dall’amore? Nulla, vorrei stare da solo tutta la vita.»
«Io spero di sposarmi e amarci come si amano i miei.»
«Tanto alle ragazze piacciono solo i malesseri.»
«Non so descriverlo bene, è come se si accendesse tutto il corpo.»
E quindi, che cos’è l’amore?